In vista la riforma del Dlgs n. 231/2001 sulla responsabilità amministrativa/penale delle società
In vista la riforma del Dlgs n. 231/2001 sulla responsabilità amministrativa/penale delle società
E’ al vaglio del Ministero della Giustizia una mini riforma della normativa che, di fatto, ha abolito il brocardo “societas delinquere non potest”.
L’obiettivo della riforma in verosimile “rapida” dirittura d’arrivo è essenzialmente duplice: A) da un lato si intende (a nostro avviso correttamente) spostare/addossare l’onere della prova circa l’inadeguatezza del Modello organizzativo assunto dalla società sul/al Pubblico Ministero; tant’è che spetterà a quest’ultimo dimostrare con elementi concreti la non sufficienza del Modello quale deterrente al realizzarsi di condotte integranti i reati cosiddetti presupposto (ciò, del resto, appare conforme ai più basilari principi correlati alla ricerca della colpevolezza nella commissione di un qualsiasi reato omissivo o commissivo, non potendo invero bastare ricondurre il mero verificarsi del reato (pure) alla prova piena della totale inadeguatezza del Modello assunto); B) da altro angolo visuale si vorrebbe introdurre una sorta di meccanismo di certificazione (meccanismo ancora poco chiaro/chiarito) sia del Modello di Organizzazione che delle procedura di attuazione e di controllo del suo permanente aggiornamento. Al riguardo il Giudice, ovviamente, potrà/dovrà sempre valutare in concreto la corrispondenza tra il Modello attuato in concreto, il Modello certificato e quello che si sarebbe potuto adottare anche grazie all’applicazione ed implementazione di procedure concrete nel tempo resesi necessarie. La riforma, tuttavia, non sembra prendere (bene) in considerazione i diversi problemi che rimangono irrisolti da tempo e che, in particolare, riguardano l’adozione delle procedura rispetto ai gruppi e/o ai consorzi di imprese e/o di cooperative, nonché la macroscopia – e conseguente imprevedibile ampliamento non codificato – delle aree che riguardano (ovvero che potrebbero riguardare) i reati presupposto quali, ad esempio, quelli in materia contabile, fiscale e della sicurezza sul lavoro.